Siamo alla fine del sedicesimo secolo che porta via con lui il cosiddetto periodo buio fatto di roghi e terrore. Ma ciò che resta è   il buio della ragione. Così come Verona risulta divisa in due famiglie antagoniste, anche a Campobasso, i Trinitari e i Crociati, danno mostra di feroci battaglie gli uni conto gli altri. Ma è sullo scenario rosso di queste battaglie che si concretizza l'amore contrastato di due giovani appartenenti alle due Famiglie.
 Alla fine del 500 ad Andrea de Capoa venne concessa la contea di Campobasso da Ferdinando II. Il nuovo feudatario, permise ai suoi vassalli, che lo seguivano da Napoli, di costruire il tempio della Santissima Trinità fuori dalle mura della città, che divenne ben presto sede dei Trinitari della città, ovvero dei nobili. Dall'altro lato c'erano i Crociati, confraternita antica del luogo.
I motivi dell'astio tra le due famiglie risiedevano nella religione o ancora meglio nella superstizione: l’essere usciti indenni dall’epidemia della peste riaccese nel popolo campobassano l’amore per il culto divino, che portò le due diverse confraternite a contendersi la precedenza nelle processioni religiose. Oltre a questo, altro motivo di scontro era il fatto che i Trinitari, per questioni di titolo, volevano primeggiare sui Crociati dettando leggi; a loro volta i Crociati rivendicavano il diritto di essere la congrega più antica del posto con la propria sede presso la chiesa di S. Maria della Croce. Ma è proprio da questa proibizione che nasce l'amore tra Fonzo  Mastrangelo e Delicata Civerra; un amore che mai avrebbe potuto conoscere le ore del giorno, un amore fatto di lettere segrete e sguardi fugaci, un amore che finché durava, andava bene così.

 

campobasso

 

Un giorno però  il padre di Delicata vide la giovane lanciare dei fiori dal balcone a Fonzo e, offuscato dalla rabbia, chiuse la figlia in una prigione. Dal quel momento Delicata si lascio consumare dalla malinconia e dall'odio, rifiutando anche la proposta del padre di sposare un crociato come lei oppure prendere il velo monastico. Fonzo non sopportava più di vivere nella stessa città, separato da Delicata e decise di seguire il feudatario di Campobasso offrendo la sua spada. Intanto i tumulti tra Trinitari e Crociati crescevano sempre di più fin quando, in tempo di quaresima, venne a predicare Padre Geronimo da Sorbo. Questi, dopo la sua omelia, riuscì a mettere pace tra le 2 casate che deposero le armi e lasciarono trionfare l'amore. Ma questo lieto fine, purtroppo, non tocco a Delicata: gravemente malata chiese di vedere padre Gerolamo per l'ultima confessione. Quest'ultimo, prima di vedere la fanciulla, inviò un corriere per richiamare Fonzo.
Delicata visse pochi altri giorni circondata dalla stessa famiglia che l'aveva condannata a morte. Il 12 marzo 1587, a un respiro dalla fine della sua vita, Fonzo le mise un anello al dito decidendo di vestire, da quel momento in poi, l’abito francescano.
E lì, nella prigione, simbolo di un odio senza ragione, Delicata pagò con la vita il suo amore immortale per Fonzo.

 

Tratto dal racconto patrio del 1870 del noto poeta campobassano Pasquale Albino.

Regia di Antonio de Vivo.

 "alle mie gentili concittadine

offro questo racconto

augurando loro

gli affetti e le virtù di Delicata

senza le domestiche avveristà

e la morte precoce"

(cit. Pasquale Albino)